mercoledì 19 gennaio 2011

Testimonianza: la Fede ritrovata a Medjugorje dopo un aborto… (14/09/2010)


Testimonianza: la Fede ritrovata a Medjugorje dopo un aborto… (14/09/2010)

Chiusa nel dolore per la perdita del bambino che portava in grembo, Loretta da quel pellegrinaggio a Medjugorje non si aspettava nulla... Poi l’avvicina una sconosciuta e tutto è cambiato…

Ho sentito sul viso
il bacio della Madonna
Il diacono don Emilio Cioffi racconta questa esperienza

Giovane donna sente sul viso il caldo bacio della Madonna è accaduto a Medjugorje.

“Un’esperienza unica”. Afferma il diacono Cioffi che vive il pellegrinaggio da dieci anni ed ha potuto constatare come Medjugorje risveglia la voglia di essere Cattolico-Cristiano. Convinzione maturata condividendo le esperienze dei pellegrini che ogni anno dall’8 al 14 di Settembre - data fissa - si recano a Medjugorje.
“ I segni ed i momenti vissuti in quella terra della ex-Jugoslavia sono molti - racconta don Cioffi - ma, soprattutto, è toccante vedere le famiglie ricomporsi e scegliere di riconciliarsi con Dio.
Anche quest’anno mi sono recato in quel luogo dove dall’ormai 1981 la Vergine Regina della Pace si manifesta. E’ ovvio che la Chiesa vigila e ne osserva i frutti, noi ne attendiamo l’esito. Con quattro pullman sono arrivato dopo due giorni di viaggio in quel luogo di Pace. Molti Sacerdoti e Diaconi ho incontrato parlato e scambiato pensieri. Sui volti dei pellegrini si leggeva, la preoccupazione del viaggio. Scettici e dubbiosi afflitti e delusi della vita ognuno di loro aveva qualcosa da raccontare. Fra questi una coppia di giovani sposi di Colli al Volturno che tre mesi orsono hanno perso un bambino al sesto mese di gravidanza. Sono arrivati quasi scocciati, non mostravano nessun interesse per il viaggio nè spiccicavano una parola, un sorriso neanche a pagarlo, delusi della vita e la loro fede era svanita insieme a quel bambino. Accompagnati dalla mamma Maria, la figlia Loretta depressa e afflitta col marito Francesco si sforzava nel non far pesare quel loro stato ai pellegrini.
Alla domanda che io stesso ponevo per la loro indifferenza Loretta rispondeva: “…faccio contenta mia madre, tanto Dio non esiste, non esiste niente se non la mia disperazione…”.
Il viaggio, il parlare, e la preghiera con le testimonianze hanno fatto si che un piccolo seme di speranza prendesse posto nel vuoto lasciato da quel bimbo mai nato.
Un giorno ai piedi del Podbrdo (collina delle prime Apparizioni) la ragazza viene avvicinata da una donna che gli chiese perché piangesse, alla domanda, lei, rispondeva “…non c’è più il sole, non c’è più mio figlio…”. Lei, la donna misteriosa, le ha detto: “…Preghiamo insieme affinché le nuvole si spostino davanti al sole…”, ed è a questo punto che la ragazza avverte un brivido per tutto il corpo e alzandogli occhi coglie che un raggio di sole le stava accarezzando il viso prendendo posto nel vuoto lasciato dal figlio. Ha avvertito distinto il calore, mentre forte cresceva l’emozione e distintamente ha visto nel sole una donna bellissima che le sorrideva. Dagli occhi sgorgano due lacrime, sono di gioia, come se nel suo corpo fosse improvvisamente tornata la vita.
Anche altre persone hanno potuto constatare il fatto a me raccontatomi. Il tutto viene concluso con un bacio di questa donna misteriosa che funge da intermediaria tra la terra e il Cielo e che dice “…ho sentito una voce che mi diceva: VAI E BACIA QUELLA RAGAZZA…”. Dopo, misteriosamente, si allontana.
Tornati tutti a casa, Loretta, Maria e Francesco hanno voluto dare questa bella testimonianza chiedendo a tutti di non disperarsi mai e di avere fiducia in Dio...”.

Senza fiato? La mia assistente Rosi racconta… (Dal notiziario di Sr. Emmanuel di Medjugorje)

Senza fiato? La mia assistente Rosi racconta… (Dal notiziario di Sr. Emmanuel di Medjugorje)

"Da molti anni fumavo un pacchetto di sigarette al giorno. Avevo spesso cercato di smettere, ma tutte le volte era una nuova sconfitta. Mi sembrava troppo difficile riuscirci ed ero arrivata a pensare che non avevo la grazia necessaria per farlo. Mi dicevo: ‘Non è che non desideri di smettere, ma è il mio corpo che ne ha bisogno. In ogni caso se smettessi, impazzirei!’.

Il 25 giugno scorso, ho deciso di offrire un regalo alla Gospa per il 25mo Anniversario delle apparizioni a Medjugorje. Sapevo che sarebbe stato difficile non fumare per tutto il giorno, ma questo era il più bel regalo che potevo farle. Quel giorno, durante l’apparizione mi sono decisa: ‘Ok, non fumerò fino all’apparizione di domani’. Ma smettere definitivamente non rientrava nei miei programmi. Non sapevo nulla delle 24 ore della Gospa, e che cosa Lei intendesse per 24 ore. Ma stare senza fumare mi sembrava fattibile, se sapevo che avrei ritrovato la mia sigaretta il giorno dopo. La giornata passò, ricordandomi sempre il mio regalo alla Madonna. Praticamente non pensavo che a questo ed alla sera il desiderio di fumare questa sigaretta era sempre più forte. Poi arrivò il momento tanto atteso, potevo finalmente fumare questa sigaretta! I miei pensieri erano fissi sul piacere e soddisfazione che questa sigaretta mi avrebbe procurato. Ma che sorpresa! Mentre mi riempivo i polmoni di fumo, il gusto mi sembrò ripugnante! Buttai via immediatamente la sigaretta, pensando di essere malata.

Rientrai subito in casa per raccontare agli altri ciò che era accaduto, immaginando che la sigaretta successiva sarebbe stata migliore. Ma ebbi la stessa reazione, come per tutte le sigarette che cercai di fumare quel giorno.Trovai questo molto strano. Mi sono detta che la Madonna non voleva che fumassi più. Effettivamente anche il giorno dopo mi successe la stessa cosa, ogni volta che cercavo di fumare.

Non ho più fumato da allora, cioè da quasi tre mesi. Le settimane successive furono come un periodo di purificazione: continuavo a espellere un catarro denso e nero che si riformava continuamente. Quando fumavo, non avevo idea di cosa accumulavo nel mio corpo! Adesso mi sento molto meglio! Prima, avevo difficoltà a camminare in montagna e tutte le volte dopo ero distrutta. Ora le scalo senza restare mai senza fiato. Prego meglio e non devo più scusarmi con gli amici per non riuscire a smettere di fumare! La Gospa ha fatto tutto Lei. Credevo di averle dato qualcosa, invece è Lei che mi ha fatto un bel regalo!"

ATTO DI ABBANDONO A GESU’


ATTO DI ABBANDONO A GESU’
(contro le ansie e le afflizioni) (da leggere e meditare)
Don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano vissuto e morto in concetto di santità, ha scritto questo insegnamento sull'abbandono in Dio ispiratogli da Gesù stesso.

...«Perchè vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l'effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.
Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi e cambiare così l'agitazione in preghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero della tribolazione, e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all'altra riva.
Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi aflligge.
Quante cose io opero quando l'anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali si volge a me, mi guarda, e dicendomi “PENSACI TU” chiude gli occhi e riposa! Avete poche grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera è un affidamento pieno a me. Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete... Vi rivolgete a me, ma volete che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono. Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: “SIA SANTIFICATO IL TUO NOME”, cioè sii glorificato in questa mia necessità - “VENGA IL TUO REGNO”, cioè tutto concorra al Tuo regno in noi e nel mondo: “SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ”, ossia pensaci Tu. Io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: "Sia fatta la Tua Volontà, pensaci Tu". Ti dico che io ci penso, e che intervengo come medico, e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l'infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e dì: “PENSACI TU”. Ti dico che io ci penso. É contro l'abbandono la preoccupazione, l'agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. E’ come la confusione dei fanciulli quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità, e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e i loro capricci infantili il suo lavoro. Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia grazia, chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare, chiudete gli occhi e non pensate al momento presente, stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione. Riposate in me credendo alla mia bontà, e vi giuro per il mio amore che, dicendomi con queste disposizioni: “PENSACI TU”, io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero vi conduco. E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi, io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, poiché non c'è medicina più potente di un mio intervento di amore. Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E’ questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi e come mi accoro nel vedervi agitati! Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane. Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto. Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me, e del nessun affidamento in voi: io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà! Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che è spesso intralciato da Satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi. Opera divinamente chi si abbandona a Dio. Quando vedi che le cose si complicano, dì con gli occhi dell'anima chiusi: “GESÙ PENSACI TU”. E distraiti, perché la tua mente è acuta... per te è difficile vedere il male. Confidare in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa così per tutte le tue necessità. Fate così tutti, e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio Amore. Io ci penserò, ve lo assicuro. Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, e ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell'immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e dì con tutta l'anima “GESÙ PENSACI TU”. Non temere ci penso io. E tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso. Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordatelo bene. Non c'è novena più efficace di questa: “O GESÙ, MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU” “ABBANDONATI AL MIO CUORE... E VEDRAI” Voglio che tu creda nella mia onnipotenza, e non nella tua azione: che tu cerchi di mettere in azione Me, non te negli altri. Tu cerca la mia intimità, esaudisci il mio desiderio di averti, di arricchirti, di amarti come voglio. Lasciati andare, lasciami riposare in te, lasciami sfogare su di te continuamente la mia onnipotenza. Se tu rimarrai vicino a me e non ti preoccuperai di fare per conto tuo, di correre per uscire, per dire di avere fatto, mi dimostrerai che credi nella mia onnipotenza e io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai, lavorerai, starai in preghiera o dormirai perché “ai miei diletti dò il necessario anche nel sonno” (salmo 126). Se starai con Me senza voler correre, nè preoccuparti di cosa alcuna per te, ma la rimetterai con totale fiducia a Me, Io ti darò tutto quello che ti necessita, secondo il mio disegno eterno. Ti darò i sentimenti che voglio da te, ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo e ti farò dire e fare quello che Io vorrò. Allora la tua azione verrà dal mio Amore. Io solo, non tu con tutta la tua attività, potrò fare dei figli nuovi, che nascono da Me. Io ne farò tanti di più quanto più tu vorrai essere un vero figlio quanto il mio Unigenito, perché lo sai che "se farai la Mia Volontà mi sarai fratello, sorella e madre" per generarmi negli altri, perché Io produrrò nuovi figli, servendomi di veri figli. Quello che tu farai per riuscire è tutto fumo in confronto a quello che faccio Io nel segreto dei cuori per quelli che amano. “Rimanete nel Mio Amore.. se rimarrete in Me e rimangono in voi le mie parole, chiedete quello che volete e vi sarà dato” (Gv 15)».

http://www.dolindo.org/
http://it.wikipedia.org/wiki/Dolindo_Ruotolo
http://www.youtube.com/watch?v=3wjFC2140ow&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=Ifa3pk_b4z0&feature=related

LE 15 PROMESSE DELLA MADONNA AI DEVOTI DEL SANTO ROSARIO

LE 15 PROMESSE DELLA MADONNA AI DEVOTI DEL SANTO ROSARIO
http://www.youtube.com/watch?v=O5SnsIjEp1M

È l’anno 1475 quando il frate domenicano Alano della Rupe mette nero su bianco gli eventi miracolosi di cui è stato protagonista qualche anno prima: in particolare ciò che la Madonna aveva promesso
«a tutti quelli che reciteranno devotamente il mio Rosario»

di Pina Baglioni

«Uno che pregava il Salterio della Vergine Maria fu assalito per sette interi anni, a volte con i sensi e altre materialmente, da spaventose tentazioni dei demoni. Ed egli in quasi tutti questi anni, non ebbe nessuna consolazione, neanche una minima. Per misericordia di Dio infine gli apparve la Regina di Clemenza, la quale accompagnata da alcuni santi, visitandolo di quando in quando, essendo stata abbattuta la tentazione da lei in persona, lo liberò dal pericolo […] e affidò a lui l’incarico di predicare questo Rosario». È l’inizio dell’anno 1475 quando il frate domenicano Alano della Rupe decide di mettere nero su bianco gli eventi miracolosi di cui è stato protagonista qualche anno prima. In quel momento si trova a Lilla, dove partecipa, come maestro di teologia, al capitolo della Congregazione riformata di Olanda. Si mette a scrivere il suo memoriale giusto in tempo: l’8 settembre di quello stesso anno, infatti, il frate domenicano muore in odore di santità nel convento di Zwolle, in Olanda, a 47 anni, consegnando al popolo cristiano un tesoro di inestimabile valore ricevuto direttamente dalla Vergine Maria durante una delle sue apparizioni: quindici promesse «per tutti quelli che reciteranno devotamente il mio Rosario». Ma chi era Alano della Rupe per guadagnarsi così tanto affetto e predilezione? Un nome, il suo, conosciuto probabilmente solo dagli storici dell’Ordine domenicano. Nato in Bretagna nel 1428, era stato accolto tra i seguaci di san Domenico presso il monastero di Dinan, diocesi di Saint-Malo. Là, assai giovane, aveva emesso la professione religiosa per poi trasferirsi, dopo qualche tempo, al convento di Lilla. Dopo gli studi di filosofia e teologia al collegio San Giacomo di Parigi, aveva ottenuto, nel 1459, dal capitolo generale dell’Ordine, l’incarico di insegnare per l’anno scolastico 1460-61. Nel frattempo c’era stata anche una visita a Lilla, nel 1460, dove era stato nominato membro della Congregazione riformata di Olanda per tentare di ricondurre i conventi alla regolare osservanza.

«Quando santa Maria lo salvò»
In quegli anni carichi di impegni, la fama di grande teologo si era sparsa per tutto l’Ordine. Ma ancora di più quella legata alla sua straordinaria devozione alla Madonna. «Il detto padre… per lungo tempo fu solito offrire il Rosario di Maria, in un’assidua devozione quotidiana a Dio, attraverso l’avvocata Maria, Madre di Dio» scrive Alano, parlando di sé in terza persona, trascorrendo dunque «una vita sicura con Dio nell’Istituto della sua vocazione». Quello stato di grazia, purtroppo, non durò a lungo. Alano racconta che, a partire dal 1457, «dalla grandissima importuna molestia d’altre tentazioni e da lotte assai crudeli fu tanto afflitto, e dovette combattere». «Infatti, Dio così permettendo (come lui solo poteva farlo uscire dalla tentazione: cosa che la Chiesa conosce per esperienza, e anche oggi soffre), ecco che fu tentato per sette anni interi assai crudelmente dal diavolo, fu battuto dalle sferze, e ricevette duramente percosse con fruste». La vita del religioso si era trasformata in un vero e proprio calvario. Tanto che, in un giorno imprecisato dell’anno 1464, mentre dimorava, come lettore, nel convento della cittadella francese di Douai, decise addirittura di togliersi la vita. «Una volta stava in una lucida disperazione dell’anima, nella chiesa del suo Sacro Ordine» scrive Alano. «Già, infatti, ahimè, la mano tesa del tentato, avendo estratto il coltello, piegò il braccio e con la lama affilata, scagliò alla propria gola un colpo così deciso e certo per la morte, che di certo avrebbe causato, senza alcun indugio o dubbio, il taglio della gola». Ma nel momento in cui tutto sembrava ormai compromesso, accadde qualcosa, all’improvviso. «Si avvicinò, misericordiosissima, la salvatrice Maria, e con un colpo deciso, in soccorso a lui, afferra il suo braccio, non gli permette di farlo, dà uno schiaffo al disperato, e dice: “Che fai, o misero? Se tu avessi richiesto il mio aiuto, come hai fatto altre volte, non saresti incorso in così grande pericolo”. Detto questo svanì, e il misero rimase da solo».

LE QUINDICI PROMESSE
Dopo quella prima apparizione le cose non cambiarono affatto. Anzi, peggiorarono: le tentazioni si erano ripresentate così assillanti da fargli maturare l’idea di abbandonare la vita religiosa. Come se non bastasse, si era anche ammalato gravemente tanto da convincere i suoi confratelli a dargli l’estrema unzione. Ma una notte, mentre «giaceva miseramente in ardentissimi gemiti» si mise a invocare la Vergine Maria. E per la seconda volta lei gli fece visita. Una luce accecante «tra la decima e l’undicesima ora» illuminò allora la sua cella e «apparve maestosa la Beatissima Vergine Maria, che lo salutò dolcissimamente». Da vera mamma, la Madonna si era chinata a curare le infermità del pover’uomo. Gli appese al collo una catena intrecciata dei suoi capelli dalla quale pendevano centocinquanta pietre preziose, inframezzate da altre quindici «secondo il numero del suo Rosario», annota il frate. Maria stabilì un legame non solo con lui, ma esteso «in modo spirituale e invisibile a coloro che recitano devotamente il suo Rosario». E a quel punto la Madonna gli disse: «Gioisci allora e rallegrati, o sposo, poiché mi hai fatto gioire tante volte, quante volte mi hai salutato nel mio Rosario. Eppure, mentre io ero felice, tu molto spesso eri angosciato […], ma perché? Avevo stabilito di darti cose dolci, perciò per molti anni portavo a te cose amare [...] Orsù, gioisci ora». E così fu: dopo sette anni d’inferno, ecco che per Alano iniziava un’altra vita: «Nel recitare il Rosario di Maria era particolarmente luminoso, di un’ammirevole letizia unita a un’inesplicabile gioia». E un giorno, proprio mentre stava pregando, ecco che la Vergine, di nuovo «si degnò di fargli molte brevissime rivelazioni», annota. «Esse sono qui di seguito, e le parole sono della Madre di Dio:

1. A TUTTI QUELLI CHE RECITERANNO DEVOTAMENTE IL MIO ROSARIO, IO PROMETTO LA MIA PROTEZIONE SPECIALE E GRANDISSIME GRAZIE.

2. COLUI CHE PERSEVERERÀ NELLA RECITAZIONE DEL MIO ROSARIO RICEVERÀ QUALCHE GRAZIA INSIGNE.

3. IL ROSARIO SARÀ UNA DIFESA POTENTISSIMA CONTRO L’INFERNO; DISTRUGGERÀ I VIZI, LIBERERÀ DAL PECCATO, DISSIPERÀ LE ERESIE.

4. IL ROSARIO FARÀ FIORIRE LE VIRTÙ E LE BUONE OPERE E OTTERRÀ ALLE ANIME LE PIÙ ABBONDANTI MISERICORDIE DIVINE; SOSTITUIRÀ NEI CUORI L’AMORE DI DIO ALL’AMORE DEL MONDO, ELEVANDOLI AL DESIDERIO DEI BENI CELESTI ED ETERNI. QUANTE ANIME SI SANTIFICHERANNO CON QUESTO MEZZO!

5. COLUI CHE SI AFFIDA A ME CON IL ROSARIO, NON PERIRÀ.

6. COLUI CHE RECITERÀ DEVOTAMENTE IL MIO ROSARIO, MEDITANDO I SUOI MISTERI, NON SARÀ OPPRESSO DALLA DISGRAZIA. PECCATORE, SI CONVERTIRÀ; GIUSTO, CRESCERÀ IN GRAZIA E DIVERRÀ DEGNO DELLA VITA ETERNA.

7. I VERI DEVOTI DEL MIO ROSARIO NON MORIRANNO SENZA I SACRAMENTI DELLA CHIESA.

8. COLORO CHE RECITANO IL MIO ROSARIO TROVERANNO DURANTE LA LORO VITA E ALLA LORO MORTE LA LUCE DI DIO, LA PIENEZZA DELLE SUE GRAZIE E PARTECIPERANNO DEI MERITI DEI BEATI.

9. LIBERERÒ MOLTO PRONTAMENTE DAL PURGATORIO LE ANIME DEVOTE DEL MIO ROSARIO.

10. I VERI FIGLI DEL MIO ROSARIO GODRANNO DI UNA GRANDE GLORIA IN CIELO.

11. QUELLO CHE CHIEDERETE CON IL MIO ROSARIO, LO OTTERRETE.

12. COLORO CHE DIFFONDERANNO IL MIO ROSARIO SARANNO SOCCORSI DA ME IN TUTTE LE LORO NECESSITÀ.

13. IO HO OTTENUTO DA MIO FIGLIO CHE TUTTI I MEMBRI DELLA CONFRATERNITA DEL ROSARIO ABBIANO PER FRATELLI DURANTE LA VITA E NELL’ORA DELLA MORTE I SANTI DEL CIELO.

14. COLORO CHE RECITANO FEDELMENTE IL MIO ROSARIO SONO TUTTI MIEI FIGLI AMATISSIMI, FRATELLI E SORELLE DI GESÙ CRISTO.

15. LA DEVOZIONE AL MIO ROSARIO È UN GRANDE SEGNO DI PREDESTINAZIONE.

Dopo la “consegna” delle quindici promesse, la Vergine si congedò chiedendo ad Alano un gesto di ubbidienza:
«Predica le cose che hai visto e ascoltato. Non avere alcun timore: io sono con te: aiuterò te e tutti i miei salmodianti. Io castigherò coloro che si opporranno a te ».
E Alano prontamente ubbidì: dal biennio 1464-1465, periodo delle apparizioni, fino alla sua morte, il domenicano non farà altro che diffondere, con la predicazione, l’amata devozione mariana e istituire le relative Confraternite. Tanto da convincere, nel 1474, il capitolo dei domenicani di Olanda a prescrivere, per la prima volta, la recita del Rosario come preghiera da recitarsi per i vivi e per i morti. E sempre in quell’anno, a Francoforte, nella chiesa dei Domenicani, veniva eretto il primo altare per una Confraternita del Rosario. Intanto, nell’ultimo anno di vita, il 1475, Alano si mise a scrivere l’Apologia del Rosario di Maria, destinata a un tal Ferrico, vescovo di Tournai, per raccontare tutto quello che gli era accaduto undici anni prima. Prima di tornare a Rostock dove avrebbe dovuto iniziare l’anno scolastico, si fermò a Zwolle. Là, il 15 di agosto, festa dell’Assunzione di Maria Santissima, si ammalò gravemente. Circondato dai confratelli, che già da tempo lo consideravano beato, morì alla vigilia della festa della Natività della Beata Vergine Maria che cade l’8 settembre.

L'incredibile potenza del Santo Rosario...

L'incredibile potenza del Santo Rosario...

... In quella casa si recitava ogni giorno il Santo Rosario...

Durante la Seconda Guerra Mondiale la bomba atomica fu sganciata su due città giapponesi: Hiroshima e Nagasaki. Ad Hiroshima accadde un fatto straordinario: una piccola comunità di padri Gesuiti viveva in una canonica presso la chiesa parrocchiale, situata a soli otto isolati dal punto centrale dello scoppio della bomba. Nonostante ciò, quando Hiroshima fu distrutta dalla bomba atomica, tutti gli otto componenti la piccola comunità gesuita rimasero illesi, mentre ogni altra persona che si trovava entro un raggio di circa un chilometro e mezzo dal centro dell'esplosione morì. La canonica dove abitavano i Gesuiti era ancora in piedi, mentre la chiesa, vicina ad essa, rimase distrutta completamente…!!!

P. Hubert Schiffer era uno di questi... Aveva 30 anni quando esplose la bomba atomica ad Hiroshima e visse altri 33 anni in buona salute. Raccontò le sue esperienze di Hiroshima durante il Congresso Eucaristico tenutosi a Philadelphia (USA) nel 1976. Allora tutti gli otto membri erano ancora in vita.

P. Schiffer fu esaminato ed interrogato da più di duecento scienziati, che furono incapaci di spiegare come in mezzo a migliaia di morti egli ed i suoi compagni abbiano potuto sopravvivere... Egli attribuiva ciò alla protezione della Madonna…
Dichiarò: «Ero nel centro dell'esplosione atomica e sono ancora qui sano e salvo. Non sono stato colpito dalla sua distruzione…».

Inoltre P. Schiffer affermò che centinaia di esperti ed investigatori per diversi anni continuarono a studiare e ad indagare sulle cause scientifiche per cui la canonica non fu colpita. Spiegò che in quella casa c'era una sola cosa diversa dalle altre:
"IN QUELLA CASA SI RECITAVA OGNI GIORNO IN COMUNE IL SANTO ROSARIO"…

(una cosa piu' o meno simile accadde a Medjugorje durante la guerra in Bosnia negli anni '90...
Durante la guerra sganciarono una bomba proprio davanti la parrocchia di Medjugorje ma la bomba non esplose...
La protezione materna della nostra Mamma va' oltre la nostra immaginazione... Grazie Madre mia...)

PREGHIAMO E FACCIAMO PREGARE SEMPRE IL SANTO ROSARIO...

S. Luigi de Montfort dice:
«Anche se tu avessi venduto l'anima al diavolo come un mago, se fossi un eretico indurito e avessi già un piede nell'inferno, certamente ti salverai se reciterai il Santo Rosario tutti i giorni...» (Il Segreto di Maria)

Rosario in grani: un farmaco che guarisce ogni male!

Rosario in grani: un farmaco che guarisce ogni male!

Farmaco: ROSARIO IN GRANI

COMPOSIZIONE - Ogni rosario contiene: 50 Ave Maria, 5 Padre Nostro, 5 Gloria al Padre, 1 Salve Regina.

PRINCIPIO ATTIVO - La Grazia di Dio.

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA - Santificante effervescente.

USO - Si consiglia il sovradosaggio.

SOVRADOSAGGIO - In caso di assunzione di dosi molto elevate si potrebbero avere manifestazioni di: Scatti di gioia... Lodi improvvise a Dio... Slanci di Carità!

INTERAZIONI - E' possibile, anzi consigliabile, assumerlo insieme ad altre Preghiere ed ai Sacramenti.

DOSI CONSIGLIATE - Da uno a quattro al giorno.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE - Contro la Tiepidezza spirituale, aiuta nel cammino verso la Santità, elimina pruriti al Sacro, scoraggia dalle tentazioni, toglie acidità e pesantezza di coscienza, libera le anime dal Purgatorio.

POSOLOGIA - Uso orale. Da assumere con devozione e raccoglimento. Gli effetti possono migliorare con l'assunzione in gruppo.

EFFETTI INDESIDERATI - Se recitato bene e ogni giorno può provocare un... Cerchio alla testa...!!!

CONTROINDICAZIONI - Nessuna

VALIDITA' - Non è soggetta ad alcuna forma di deterioramento.

PRODUTTORE - Laboratori M.SS. - Maria Santissima.

UN SACERDOTE ESORCISTA: IO NON POSSO PIÙ VIVERE SENZA MEDJUGORJE

UN SACERDOTE ESORCISTA: IO NON POSSO PIÙ VIVERE SENZA MEDJUGORJE

data: 04.07.2010

Il Sacerdote Leonid, della Provincia ucraina dell’Ordine dei Redentoristi, ha partecipato al 15° Seminario Internazionale per i Sacerdoti a Medjugorje ed ha dato, prima ai partecipanti al seminario e poi anche ai giornalisti di Radio “Mir” Medjugorje, una testimonianza non comune che riportiamo così come è stata pronunciata: “Il mio primo pellegrinaggio a Medjugorje è stato legato ai miei compiti e ad un interesse nella mia vocazione sacerdotale. Nel 2005 cioè la Chiesa locale mi ha affidato una grande responsabilità ed il compito di portare una croce pesante: cioè il ministero di esorcista. I primi mesi ed i primi anni sono stati riempiti dall’amore e dalla grazia di Dio, ma naturalmente anche di grandi difficoltà. Tuttavia, la vera grande difficoltà capito durante un, per dirla così, “grande esorcismo” su un posseduto. Con voce molto rozza, piena di orrore, quella voce si rivolse a me con queste parole: `Io sono orribile, io sono forte ed io ti distruggerò. Distruggerò il tuo sacerdozio, il tuo stato religioso e tutta la tua vita`. Fu molto terribile, tuttavia non presi tutto troppo seriamente, poiché credo totalmente in Dio e non ho motivi per cui non credere a Dio. E so che la paura di fronte a satana è già una perdita. Ma Dio permise quella situazione, che vi racconterò, perché sperimentassi quanto è grande e forte Sua Madre. E perché sperimentassi quanto Medjugorje sia una terra santa.
Quando ero in grandi dolori, prove e tentazioni tentavo di pregare, ma non potevo pregare. Andavo a confessarmi ogni giorno, ma satana mi tentava. Le prove furono così forti che persi completamente la pace nell’anima. E non solo questo. Sentivo nell’anima di aver perso il sacerdozio e lo stato religioso. Sentivo una completa rovina e fallimento. In quella difficile realtà, mentre non capivo cosa mi stava succedendo, qualcuno mi offrì un viaggio a Medjugorje. Sono venuto. Ero con un gruppo di Sacerdoti. Essi pregavano, ma io non potevo. Semplicemente non potevo pregare. In quel pellegrinaggio incontrai anche un anziano Sacerdote, P. Ambrogio dalla Slovacchia. Lui ha sacrificato totalmente la sua vita e la sua vocazione nel lavoro con gli Ucraini nella Regione dei Carpazi. Era venuto allora dopo aver superato un infarto ed aveva anche il diabete. Lui era stato già cinque volte a Medjugorje.
Mi entusiasmò per il suo sacrificio e la sua umiltà. Lui è un religioso francescano. Diventammo amici nel viaggio. Io lo aiutavo, lo guidavo per mano, in quanto era un uomo anziano. Sembrava che io lo aiutassi, ma in verità è lui che ha aiutato me. Siamo saliti insieme sul Podbrdo. Ci era stato detto che sulla collina ci sarebbe stata l’apparizione ad uno dei veggenti. C’era molta gente, Sacerdoti. E’ questa è stata semplicemente la prima sorpresa a Medjugorje. Ero seduto accanto a P. Ambrogio e con le spalle ero girato verso il luogo delle apparizioni. Sentivo di non essere degno di essere lì. Ma durante la preghiera del Rosario mi nacque il desiderio di guardare ciò che accadeva nel luogo delle apparizioni. Contemporaneamente a questo desiderio, sentii un'altra voce che mi diceva: “Non devi guardare là. Tu sei perduto e finirai all’inferno”. Terribile. Tuttavia, quei primi sentimenti positivi mi indirizzarono verso il luogo delle apparizioni. Cominciai a guardare e cercare. Forse avrei visto qualcosa. Pian piano nasceva in me la speranza, ma crescevano anche nuovi argomenti per i quali la mia umiliazione non sarebbe cambiata. In quel momento decisivo credetti. Per un momento. Come risposta a tutte le domande sentii, sperimentai la Gospa che scendeva dal Cielo.
Allora è stato terribile. Una forte percezione, il profumo di qualche altro mondo che ho avevo vissuto fino ad allora. Poi mi ha tranquillizzato una tenerezza, una facilità, come un vento tenero della presenza della Gospa. Lei si avvicinò a me. E quanto più lei era vicino, la forza del male se ne andava. Sperimentai nel cuore una nuova scoperta. Sperimentai quanto è forte la Gospa e la Sua umiltà. Allora compresi che Lei non scaccia gli spiriti maligni, poiché essi stessi fuggono! Fuggono perché non possono sopportare la purezza e la bellezza della Sua presenza. Lei non li umilia, non li scaccia. Lei semplicemente ama, ma essi non possono sopportarlo. E allora avvenne il cambiamento degli spiriti in me! Lo spirito di satana, che distrugge, sparì con la sua depressione, con tutte le paure. Egli è semplicemente sparito e al suo posto è sceso lo Spirito della Gospa.
Sentii una voce nel cuore: `Non temere, io sono tua madre! Io sono la garanzia per te che non ti perderai!”. Tutto cambiò! Questa esperienza della presenza della Purissima Vergine Maria è divenuta per la mia chiamata, per la mia vocazione sacerdotale e religiosa, per il mio servizio al miracolo d’amore che mi salva! Sento la presenza della Gospa in ogni esorcismo che compio. Solo un piccolo esempio, perché ne ho tanti. I nostri Sacerdoti avevano una ragazza indemoniata che venne a confessarsi. La confessò un Sacerdote che era appena tornato dagli studi a Roma. E, mentre pronunciava la formula dell’assoluzione, questa persona colpì così fortemente il Sacerdote, cioè satana attraverso di lei, che egli stramazzò in un momento. Cadde. Poi quella persona con una qualche voce chiamò un altro sacerdote. Egli si spaventò e mi chiamò: “P. Leonid, vieni in fretta, abbiamo una situazione insolita…”. Dopo quel dialogo, la ragazza venne dove ero io. Quando iniziai il rito dell’esorcismo, accertai subito la diagnosi. Compresi che era posseduta, che satana operava molto fortemente attraverso di lei. Chiesi addirittura a cinque devoti parrocchiani di pregare durante il mio rito di esorcismo su quella persona. E mentre io leggevo le consuete, tradizionali preghiere di esorcismo, satana rideva. Parlava in inglese. Mi umiliava, mi prendeva in giro.
Allora iniziai una preghiera alla Gospa. Ero esausto. Divenni nervoso. Sentivo che dovevo finire la preghiera, ma egli non usciva. Era uno spirito di suicidio. Iniziai a invocare la Gospa con tutto il cuore. Come quando un figlio chiama la madre. Ed allora iniziarono le vere urla: `Io non posso più, perché è arrivata la Gospa! Io non lo sopporterò, poiché è arrivata la Gospa, io devo andare fuori`. E se ne andò. Questo è stato solo un caso, ma ne ho molti simili. In questi cinque anni in cui mi è stato affidato il ministero di compiere esorcismi, ho grandi tentazioni. Le avevo anche prima, so che le avrò ancora. Ma la Madre di Dio mi protegge nel Suo Cuore. Io non posso più vivere senza Medjugorje e Gerusalemme.
Ogni anno devo andare a Medjugorje ed a Gerusalemme. Perché questo è per me la fede. Qui ho la fede, la benedizione e la grazia”.
Poi agli ascoltatori di Radio “Mir” Medjugorje ha detto che è grato a Dio di poter testimoniare anche in questo modo la grazia della Gospa ed ha aggiunto: “Auguro a tutti gli ascoltatori la gioia. Vorrei che ciascuno di noi desiderasse amare di più la Santissima Madre di Dio, perché Lei è nostra Madre. Lei ama i suoi figli. E’ pronta a fare tutto per noi, se glielo chiediamo. Sento che, se non ci fosse la Madre di Dio, ci perderemmo. Perciò viviamo con Lei ogni secondo della nostra vita. Personalmente sento la chiamata ad aiutare anch’io perché le persone vengano a Medjugorje. Di portare qui le persone che soffrono spiritualmente in maniera terribile!”. Al termine, P. Leonid ha benedetto tutti gli ascoltatori.

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